Tra AIFA, Draghi, Letta, Zingaretti, c’è qualcosa di nuovo sotto il cielo?
-di Pierre De Filippo
C’è qualcosa di nuovo sotto il cielo? verrebbe da chiedersi.
Di nuovo forse no, di diverso sicuramente sì.
C’è, ad esempio, che con l’arrivo del generale Figliuolo le dosi giornaliere di vaccino sono state più che raddoppiate: si è passati dalle 67mila della gestione Arcuri – con le sue Primule, la cui inadeguatezza era ampiamente prevedibile – alle 157mila della nuova gestione.
Un bel cambiamento.
Al tempo stesso, dobbiamo prendere atto della ripresa, forte e vigorosa, dei contagi: ieri abbiamo toccato quota 25mila ed anche il tasso di positività è in rapida risalita.
C’è di nuovo che la tanto discussa AstraZeneca, sulla cui serietà più di qualcuno ha spesso avuto qualcosa da ridire, s’è trovata in un pasticciaccio brutto: la Danimarca – e con lei altri Paesi nordici – ha sospeso l’inoculazione del suo “preparato” poiché pare che alcune dosi abbiano causato delle morti sospette.
Anche l’AIFA (Agenzia italiana per il farmaco) ha bloccato in via precauzionale specifici lotti che avrebbero provocato – cosa che si cerca ancora di appurare con precisione – tre morti in Calabria.
Contemporaneamente, esultiamo per l’autorizzazione concessa dall’EMA (Agenzia europea per il farmaco) al vaccino Johnson&Johnson, il cui principale punto di forza è rappresentato dal fatto di sostanziarsi in un’unica dose, unica soluzione, unica volta, unica prenotazione.
E, si sa, in Italia spesso la burocrazia è come i mulini a vento, dunque meglio così.
C’è di nuovo che Mario Draghi, e con lui i ministri, si prepara ad una nuova stretta: l’aumento di tutti i principali indicatori – tra cui quello essenziale delle terapie intensive – non fa presagire nulla di buono.
Il Consiglio dei Ministri previsto per stamattina, 12 marzo, dovrebbe sancire il prolungamento del divieto di spostamento tra regioni fino al 6 aprile e la contestuale proroga per l’apertura di cinema, teatri e luoghi di aggregazione. Inoltre, circa 54 milioni di italiani dovrebbero trovarsi nuovamente in zona rossa con solo la Sicilia in giallo e la Sardegna, per la seconda settimana di fila, in bianco.
C’è di nuovo che Zingaretti s’è dimesso e che suo successore, come reggente pro tempore, dovrebbe essere l’amante sedotto e abbandonato Enrico Letta, di ritorno dall’autoesilio parigino nel quale s’era confinato dopo il famoso #staisereno.
Va ricordato, però, che all’epoca dei fatti – inverno 2014 – furono davvero pochi i parlamentari piddì che votarono contro la mozione di Renzi per spodestare lo spilungone romano da Palazzo Chigi. Ma questo, coi tempi che corrono, è una incoerenza infinitesimale, una ipocrisia minore.
Enrico Letta è personalità seria e, soprattutto, temprata ma il Partito Democratico rimane ancora ancorato al suo esasperato correntismo, alle beghe interne, al parricidio politico.
È interessante immaginare un primo confronto tra Letta e Renzi, qualora se ne desse l’occasione: secondo i bookmakers più autorevoli, il romano sarebbe portato a rispondere citando Bersani – Samuele, il cantante, non Pier Luigi, il politico – “potrei ma non voglio fidarmi di te, io non ti conosco e, in fondo, non c’è in quello che dici qualcosa che pensi, sei solo la copia di mille riassunti”. Non avrebbe torto.
Infine, sempre perché – Polibio docet – la politica è caratterizzata dalla “teoria dei cicli”, ariecco le Sardine, questo gruppo eterogeneo di ragazzotti di cui, onestamente, non avvertivamo la mancanza. Sono la sintesi della sintesi della sintesi di tutto ciò che la sinistra non dovrebbe essere: ideologici, vacui, lontani dalla realtà. Antifascisti.
La sinistra non dovrebbe essere antifascista? Un lettore un po’ più agé mi crocifiggerebbe.
Dico solo che oggi, 12 marzo 2021, non basta definirsi antifascisti per godere di quell’aurea di rispettabilità e di serietà che un governante deve necessariamente avere.
Da questo punto di vista, le Sardine ci confermano che no, non c’è nulla di nuovo sotto il cielo.
“Mario Draghi presents his credentials as candidate ECB president” by European Parliament is licensed with CC BY-NC-ND 2.0. To view a copy of this license, visit https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/
