Il caso: a Napoli il murale del baby rapinatore è protetto con ronde e picchetti
In un precedente articolo (https://www.salernonews24.com/il-terzo-occhio/cappella-votiva-ergo-sum/) pubblicato su salernonews24, Umberto Mancini aveva parlato delle cappelle votive a Napoli, di come foto, immagini, ritratti celebrino spesso proprio i carnefici, legittimando in questo modo il loro potere.
Ecco un nuovo caso che sta facendo discutere e riflettere, quello del murale nei Quartieri Spagnoli dedicato a Ugo Russo, un ragazzo di appena 15 anni. Scopriamo così che il viso ritratto appartiene ad un baby rapinatore, morto proprio durante il tentativo di rapinare un carabiniere fuori dal servizio.
Il caso fa riflettere perchè l’eliminazione di questo murale si andrebbe ad aggiungere all’eliminazione del murale della cappella votiva a Luigi Caiafa, avvenuta in via dei Tribunali poco tempo fa da parte dell’amministrazione. Anche in quell’occasione il giovane era rimasto ucciso da un colpo di pistola esploso da un agente di polizia durante una tentata rapina. La risposta non si fece attendere, ad essere imbrattato con vernice nera fu il murale dello street art Jorit, a San Pietro a Patierno, che raffigura il cantante Nino D’Angelo. Ora la provocazione è già arrivata dal Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo, il ragazzo morto con tre colpi di pistola; il murale non si tocca altrimenti c’è l’assalto ai murale della città. Intanto è scattato il conto alla rovescia, se nessuno provvederà a cancellare il maxi murale raffigurante il volto del rapinatore, lo farà il Comune .
Così le vittime della malavita che muoiono nello svolgimento dell’attività criminale, “sul lavoro”, diventano volti da commemorare, eroi di una giustizia tutta al contrario. Sono almeno 100 i murale nel napoletano, 500 le cappelle votive.
Ora il murale di Ugo Russo è sorvegliato, protetto con ronde e picchetti da chi quel murale l’ha voluto e l’ha realizzato.
“La situazione era già degenerata quando- come denunciato dal Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli – su Facebook, nel gruppo “Verità e Giustizia per Ugo Russo”, degli utenti avevano minacciato ritorsioni nel caso il murale di Russo venisse cancellato. Non bisogna fare alcun passo indietro ma anzi occorre essere ancora più decisi e determinati. Se la situazione è degenerata è anche a causa del tentennamento dell’amministrazione cittadina che ha impiegato troppo tempo a prendere una decisione che doveva essere scontata ed ovvia. Facendo passare tutto questo tempo ha fornito degli alibi ai sostenitori della criminalità e fatto accumulare troppe tensioni. Ora non c’è più tempo da perdere, bisogna mandare chiari e forti messaggi di legalità rimuovendo tutte le opere che celebrano delinquenti e camorristi a Napoli sostituendole con omaggi ai veri eroi e alle vittime della camorra.”- ha dichiarato Borrelli.