Oggi, 1° ottobre, si festeggia la giornata internazionale del caffè
Ricordo, quando ero ragazzo, che sul calendario c’erano segnate in rosso solo le ricorrenze di tipo religioso. Oggi, per contro, ogni giorno è buono per festeggiare qualcosa. Alcune di queste ricorrenze sono bizzarre e divertenti, come la “giornata internazionale della lentezza” (27 febbraio) o la “giornata mondiale del sonno” (17 marzo), altre invece hanno un significato più profondo ed una indubbia valenza sociale. Il Calendario delle Giornate Internazionali, redatto delle Nazioni Unite, potrà soddisfare la curiosità di chi è interessato.
Certo è che alcune di queste ricorrenze sono un evidente pretesto consumistico per muovere, ogni giorno, un po’ di economia e i numeri che vengono fuori non sono affatto trascurabili se si pensa alla portata “mondiale” dei festeggiamenti.
Oggi, 1° Ottobre, si festeggia la giornata internazionale del caffè. Si proprio il caffè, quello che beviamo tutti a colazione, al bar con gli amici, ristretto o all’americana, con una ritualità (in vetro, in tazza calda, amaro o zuccherato) e una gestualità (il caffè “sospeso” lasciato al bar per i meno fortunati) divenuti iconici non solo per i napoletani (che insieme alla pizza margherita lo hanno elevato a simbolo di un territorio) ma per tutti gli italiani e anche per il resto del mondo, dove tanti italiani sono emigrati, portando in valigia ricordi e abitudini delle proprie terre.
Ovviamente nel mondo dell’arte, del teatro (indimenticabile il monologo del caffè in Questi Fantasmi, capolavoro teatrale di Eduardo De Filippo) e della musica molti artisti hanno omaggiato, dipinto, recitato e naturalmente cantato il caffè.
Tra 1732 e il 1734 Johann Sebastian Bach compose una cantata profana intitolata Cantata del Caffè. In tempi decisamente più recenti sono tante le canzoni che citano la nera bevanda.
Se state pensando a Pino Daniele con la sua Na’ tazzulella è cafè o a Don Raffaè di Fabrizio De Andrè significa che volete “vincere facile”.
In questa occasione invece vorrei ricordare alcune canzoni, meno fortunate di quelle appena citate, ma ugualmente belle e meritevoli di essere ricordate, almeno una volta l’anno, proprio in questa occasione.
Fiorella Mannoia, una delle signore della canzone italiana, nel 1981 proponeva un brano intitolato Caffè nero bollente. Più recentemente, nel 2013, Malyca Ayane cantava “…ma cosa hai messo nel caffè che ho bevuto su da te? C’è qualche cosa di diverso adesso in me…”, reinterpretando una canzone di Riccardo Del Turco intitolata appunto Cosa hai messo nel caffè? Naturalmente le citazioni del caffè nella canzone italiana sono tantissime, 7000 caffè di Alex Britti, piuttosto che Spaghetti a Detroit di Fred Bongusto per citarne ancora qualcuna.
A livello internazionale il caffè bevuto corrisponde ad altrettanto caffè cantato. Eccone qualche esempio. Black Coffee della grande Ella Fitzgerald è la prima che mi viene in mente, ma anche Coffee Song di Frank Sinatra fa la sua bella figura. Naturalmente un premio Nobel come Bob Dylan non avrebbe potuto esimersi e, nel 1976, incide il brano One more cup of coffee, mentre Otis Redding qualche anno prima si accorge che Cigarettes and Coffee, insieme, vanno d’amore e d’accordo.
Chiudo ricordando i Cranberries dell’indimenticabile Dolores O’Riordan perché il titolo che diedero al loro album, pubblicato proprio nell’ottobre del 2001, è perfetto per un risveglio dinamico e foriero di buone intenzioni, Wake Up and Smell the Coffee: svegliati e annusa il caffè.
Ed ora scusate ma devo proprio andare a spegnere il gas. Il caffè è pronto e voglio gustarmelo fino all’ultima goccia.
Nicola Olivieri
