Ieri e oggi. Il concetto di “necessario” ai tempi del Coronavirus

Riflessioni in tempo di quarantena- di Manuela Mangia, Psichiatra.
Tutto ha avuto inizio nel momento in cui mi sono accorta che il cane aveva sporcato la copertura della poltrona. Era da un po’ che la vedevo consumata e che pensavo di sostituirla con una nuova così ho provveduto subito a buttarla nel contenitore interrato che abbiamo in strada. Faccio sempre così velocemente in modo da non avere ripensamenti! Solo che stavolta, appena liberatami dall’ingombro, mi sono resa conto che non avevo la possibilità di acquistare una copertura nuova perchè i negozi sono chiusi, causa Coronavirus…ed è stato così che all’improvviso sono ritornata ad una vita precedente senza neanche l’aiuto dello psichiatra statunitense Brian Weiss e della sua ipnosi regressiva. Ho letteralmente udito la voce di mia madre che mi diceva “è proprio necessaria una fodera nuova ? In casa ci sono tante stoffe, lenzuolini che non usi più…”
“E’ necessario?” declinato nelle varianti “non mi pare necessario”, “era proprio necessario?”, “che necessità c’è?”, era la frase che mi veniva riproposta più spesso nella mia giornata di bambina e poi di adolescente. Non era riferita solo ai beni materiali (non era necessario un altro paio di scarpe, un altro cappotto…) ma rappresentava un vero e proprio stile di vita. Non era necessario fermarsi con le compagne di scuola all’uscita o, peggio, andare a passeggio; non era necessario sdraiarsi sul divano, accendere tutte le luci per raggiungere il bagno, stare a lungo sotto la doccia…
Col tempo, raggiunta l’età adulta e l’indipendenza economica abbiamo, i miei fratelli ed io, cominciato ad assaporare anche le cose non necessarie e a contrastare questa tendenza che, nei momenti di discussione, veniva additata come un sistema per frenare una economia in espansione. Devono vivere quelli che producono e vendono questo e quest’altro oggetto: eravamo tutti coalizzati contro di lei che invano cercava di ricordarci che la sua generazione aveva vissuto una guerra e che Dio non voglia “vi accorgerete del valore che hanno le cose  se dovesse essercene un’altra “.
Questo ritorno al passato mi ha fatto riflettere tanto e mi ha fatto rivedere con occhi diversi l’armadio pieno di abiti, cappotti, magliette…mi è venuto da ridere pensando che faccio decluttering, il nuovo stile di vita basato sull’ordine in casa e che Marie Kondo, la celebre scrittrice giapponese di economia domestica, invece di insegnarci a dire agli oggetti di cui pensiamo di liberarci “mi hai dato gioia”, avrebbe dovuto porre loro la fatidica domanda: “era proprio necessario comprarti?”
Comunque questo flash back deve avermi proprio colpita perchè l’altra notte ho sognato la mia mamma. Al telefono le dicevo che ero preoccupata perchè la sapevo sola e non potevo raggiungerla per via del blocco alla circolazione per il Coronovairus. Lei mi ha risposto di non preoccuparmi, di non andare da lei perchè non era necessario… e io, al risveglio, ho sorriso e ho colto l’aspetto augurale della frase!
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