Giffoni Valle Piana, polemiche su concorso per tre vigili stagionali.
Probabile richiesta di parere alla segretaria comunale-di Marcello D’Ambrosio-
Lo scorso 4 maggio con un avviso il comune di Giffone Valle Piana comunica l’indizione di una selezione pubblica per esami finalizzata alla formazione di una graduatoria da utilizzare per l’assunzione di tre unità di personale per esigenze stagionali – dal primo luglio al 31 ottobre 2018 – per il profilo professionale di agente di polizia municipale a tempo pieno (categoria C, posizione economica C1).
Tra i requisiti richiesti per poter accedere alla procedura concorsuale, la residenza a Giffoni Valle Piana, almeno diploma di scuola secondaria di secondo grado di durata quinquennale, conoscenza della lingua inglese e dell’utilizzo delle applicazioni informatiche più diffuse. La facoltà di stipulare contratti sia a tempo determinato che parziale e di attuare procedure semplificate per il comune è prevista dal testo unico degli enti locali, nello specifico nei casi in cui si verifichino mutamenti stagionali demografici elevati.
Il concorso è articolato in una prova orale ed una scritta. Le prime polemiche nel comune picentino sono scatenate dalle materie su cui verterà la prova scritta, per alcuni ritenute eccessive per la posizione per cui si concorre e per il poco tempo a disposizione per prepararsi: diritto costituzionale e amministrativo, legge numero 241 del 1990 recante norme sul procedimento amministrativo, diritto e procedura penale, legislazione commerciale e dei pubblici esercizi, legislazione urbanistica, edilizia e in materia di tutela ambientale, ordinamento degli enti locali, testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, normativa concernente l’ingresso l’ ingresso ed il soggiorno nello stato di stranieri, codice della strada e relativo regolamento di attuazione e infortunistica stradale, legge quadro del 1986 in materia di polizia locale e leggere regionale della Campania del 2003, procedimento sanzionatorio dell’illecito amministrativo, regolamenti ed ordinanze comunali, toponomastica e luoghi di interesse del comune di Giffoni Valle Piana, reati contro la pubblica amministrazione, normativa per la sicurezza sui luoghi di lavoro, diritti, doveri e responsabilità dei dipendenti pubblici.
Per gli ammessi alla prova orale è prevista un’interrogazione sugli argomenti della prova scritta, l’accertamento della conoscenza elementare della lingua inglese e dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse. Le due prove si sono svolte presso la chiesa di Sant’Egidio a Terravecchia rispettivamente il 20 e il 25 giugno e hanno visto alla prova scritta la partecipazione di 37 candidati di cui 6 ammessi alla prova orale.
Il 25 giugno viene comunicata sul sito istituzionale del comune la graduatoria finale degli idonei con il relativo punteggio conseguito: Giulia Cascino, Barbara Gentile, Aldo Gubitosi (vincitori del concorso), Anna De Cristofaro, Egidio Plaitano, Gaspara Cerino. Il 22 giugno, dopo la prova scritta, una candidata, dal suo profilo Facebook, contesta il requisito previsto per la partecipazione della residenza a Giffoni Valle Piana, che avrebbe favorito chi si è trasferito da poco a Giffoni Valle Piana (con presumibile minore conoscenza della città) ed escluso chi, pur avendo vissuto per molto tempo a Giffoni Valle Piana, per motivi vari ha residenza in un altro comune. La stessa candidata dichiara di aver contestato la formulazione di una domanda presentando istanza di ricorrezione del proprio elaborato, ricevendo dalla commissione giudicatrice la seguente risposta: “La domanda cui ai test d’esame mirava a valutare la conoscenza di portata generale del candidato di una particolare materia, trattandosi di quesito a risposta multipla, la risposta idonea doveva contemplare l’ipotesi più generale non essendo richiesto nessun approfondimento”.
Tra i commenti al post quello di Ugo Carpinelli: “Nell’epoca del vecchio sistema di potere di cui l’infermiere faceva parte procedemmo nel giardino degli aranci ad un pubblico sorteggio nel rispetto delle pari opportunità. Considerammo che per tre o quattro mesi di lavoro precario bastasse il diploma. Altri tempi altre scelte. Un caro Saluto….Non so poi chi autorizza a dichiarare che si terranno concorsi…promesse, promesse, promesse”.
Il 27 giugno sulla pagina Facebook “Noi tutti liberi e partecipi – Giffoni Valle Piana”, creata dall’avvocato Luciano Ceriello, ex segretario provinciale di Italia dei valori compare un lungo post dedicato alla vicenda: “Un avviso di selezione pubblica discutibile sin dalla pubblicazione: riservato ai soli residenti nel Comune di Giffoni Valle Piana, con il possibile e aberrante risultato che chi si fosse appena trasferito in città avrebbe potuto partecipare e chi invece conoscesse bene il territorio e si fosse trasferito in uno dei Comuni limitrofi, dove le case costano meno, sarebbe rimasto escluso. Prove effettuate in una delle poche zone del paese non servite da mezzi pubblici, con pochi posti auto, insufficienti a fronte delle oltre 70 domande partecipazione, laddove un’aula anche più grande ed ugualmente adeguata allo scopo, tanto che è stata concessa per gli esami di profitto all’Università telematica Pegaso, era disponibile al centro della cittadina. Discussioni nell’identificazione dei partecipanti, perché un agente della Polizia Municipale che assisteva all’operazione, affermava con sicurezza che la patente di guida non è documento idoneo, ignorando, probabilmente, l’esistenza del D.P.R. n. 445/2000 e della circolare del Ministero dell’Interno n. M/2413/8 del 14.03.2000. Ingresso in aula in ordine alfabetico a cominciare dalla lettera G, non sorteggiata ma scelta senza un apparente motivo, con posto a sedere assegnato dalla commissione in base all’ordine di entrata. Un partecipante identificato e che lascia l’aula prima della distribuzione dei compiti, il cui nome viene omesso nell’elenco dell’esito della prima prova. Una domanda che parla di “produttore agricolo”, locuzione che evidentemente la commissione considera sinonimo di “imprenditore agricolo” e che induce alcuni candidati che invece conoscono le differenze fiscali, contributive e amministrative tra i due soggetti a dare una risposta che viene considerata sbagliata, ma che sarebbe esatta se non si confondessero i termini giuridicamente diversi.
Un’istanza endoprocedimentale per il riesame del quesito a cui la commissione risponde con un rifiuto, motivando così: “…la domanda di cui ai test d’esame mirava a valutare la conoscenza di portata generale del candidato di una particolare materia, trattandosi di quesito a risposta multipla la risposta idonea doveva contemplare l’ipotesi più generale non essendo richiesto alcun approfondimento”. E il silenzio. Il silenzio dell’opposizione che si limita, con un commento del proprio leader a un post su FB scritto da uno dei concorrenti che ha domandato venisse riesaminato il proprio elaborato, a raccontare che “Nell’epoca del vecchio sistema di potere … procedemmo nel giardino degli aranci ad un pubblico sorteggio nel rispetto delle pari opportunità. Considerammo che per tre o quattro mesi di lavoro precario bastasse il Diploma. Altri tempi altre scelte.” Un amarcord che nulla dice dei fatti narrati nel post che commenta. La seconda prova, quella orale, che di orale ha ben poco in quanto vengono somministrati altri quattro quesiti a risposta multipla, con una sola risposta vera, sulla falsariga dello scritto e una sola domanda a cui rispondere oralmente. Risposta data da tutti i partecipanti che però hanno ricevuto valutazioni diverse, probabilmente in virtù del numero di risposte giuste date al secondo test. Un modo di procedere atipico e che certamente potrebbe originare procedimenti in Tribunale, con conseguente esborso spese da parte dell’Ente pubblico, rectius della collettività, e fa riflettere che ciò passi sotto silenzio. Noi tutti liberi e partecipi non può fingere di non vedere e continuerà ad impegnarsi affinché la Cosa Pubblica venga gestita al meglio, con trasparenza e nel pieno rispetto della legalità.”. L’avvocato Ceriello fa sapere di non escludere la richiesta di un parere alla segretaria comunale.
