Decrescita felice nell’OASI WWF di Persano

Come assicurare lo sviluppo sostenibile-di Vincenzo Iommazzo-

Domani  6 dicembre alle ore 17,00 presso il proprio Centro Visite, in Via Falzia a Serre, l’Oasi WWF di Persano allarga gli orizzonti della propria attività, regalando ai sostenitori e ai visitatori un incontro pubblico su un tema di palpitante attualità con l’intervento del prof. Maurizio Pallante fondatore in Italia del Movimento “Decrescita Felice”.

Questo temine venne introdotto per la prima volta nel 1987 dalla ricercatrice ambientalista norvegese G. H. Brundtland nel rapporto omonimo in cui definiva «lo sviluppo sostenibile uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri ».
Nel corso del convegno, aperto dal saluto del sindaco di Serre Franco Mennella e che vedrà tra i relatori Sofia Masillo dell’Associazione Libertà e Giustizia e Baldassarre Chiaviello dell’Associazione Bateson, verrà evocato spesso il termine di sostenibilità ambientale, intesa come la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto indefinitamente ad un certo livello.

Già la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) tenuta a Rio de Janeiro venticinque anni fa, inaugurò in effetti questo principio, definendo “sostenibile” l’uso delle risorse biologiche secondo modalità e a un ritmo che non ne comportino una riduzione a lungo termine.
Oggi l’attenzione è spostata sul tema: quali sono realmente le esigenze? Quelle indotte dalla cultura del consumismo sono vere esigenze?

Il prof. Pallante, esperto di riduzione dei consumi e di politiche energetiche, sostiene che “Lo sviluppo sostenibile è un ossimoro, perché lo sviluppo è di per sé insostenibile”. In nome dello sviluppo sostenibile abbiamo consumato suolo ben oltre il necessario, abbiamo inquinato l’acqua che beviamo e avvelenato l’aria che respiriamo. Abbiamo impoverito la biodiversità a vantaggio delle monoculture e intensificato gli allevamenti in aree ristrette con il conseguente inquinamento del suolo, spesso irreversibile.
Il Movimento propone un nuovo approccio culturale basato sulla qualità piuttosto che sulla quantità e vuole agire sul contesto sociale intorno a quattro filoni: Stili di vita, Tecnologie, Politica, Cultura. In quest’epoca dell’usa e getta, del consumismo sfrenato, della crescita e dell’accumulazione, si avverte l’esigenza di un’inversione di tendenza rispetto al modello dominante.

Ma il singolo, nel proprio vivere giornaliero può fare qualcosa? La risposta di Remigio Lenza – direttore dell’Oasi – è: “Sì, attraverso una serie di pratiche quotidiane che trasmettano la cultura del riciclo e dell’autoproduzione, la riduzione degli sprechi con l’utilizzo di tecnologie pulite e con la riappropriazione degli antichi saperi. Azioni che non portano su il Pil, ma che ci permettono di aumentare la nostra Fil “Felicità Interna Lorda”.
A rassicurare gli scettici, verrà ribadito che il Movimento Decrescita Felice non propone certamente il ritorno all’era delle caverne, ma scelte di vita quotidiana alla portata di tutti e politiche pubbliche razionali a partire dal recupero dei centri storici per evitare di consumare altro suolo o dall’efficientamento energetico delle abitazioni per risparmiare energia con benefici enormi per l’ambiente. Altri temi particolarmente cari al Movimento e di cui si parlerà sono quelli dell’autoproduzione di prodotti agricoli e del consumo a km. zero.
Cittadini, associazioni e partiti politici sono invitati ad intervenire per animare il dibattito e il confronto. La giornata terminerà con un assaggio di prodotti locali.

Vincenzo Iommazzo

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