Un monumento dimenticato: quello dedicato all’Immacolata e a San Matteo
Quanti di noi salernitani, passando per Piazza della Concordia, si soffermano, anche per un attimo, per ammirare quasi al centro della piazza, lato mare, un particolare monumento dedicato alla Madonna Immacolata e al nostro Santo Protettore? Credo proprio pochi……In realtà molti decenni fa, quando ero piccolo, esso era un punto di riferimento, a conclusione o inizio di piacevoli passeggiate sul Lungomare. Ci si avvicinava al monumento anche per ammirare la vasca con la fontana a zampilli o per farsi anche qualche foto vicino ad essa. Il monumento lo si evidenza molto bene in una vecchia pianta turistica della città , risalente al 1973, dove accanto alla scritta (Piazza della Concordia) e ai simboli dei parcheggi presenti già all’epoca, si evidenzia appunto la vasca monumentale a forma di stella posta in prossimità del pennello. Il monumento, voluto dall’allora S. E. Monsignor Demetrio Moscato e dal suo collaboratore Capo dell’Ufficio Tecnico della Curia di Salerno, Monsignor Giuseppe Bergamo, inizialmente doveva essere realizzato subito dopo la seconda guerra mondiale nell’allora piazza più grande di Salerno : Piazza Cavour. L’intenzione dell’Arcivescovo era quella di erigerlo in occasione del millenario della traslazione di San Matteo in Salerno, o per il centenario dell’apparizione della Madonna di Lourdes nel 1958. Purtroppo svariate problematiche e complicazioni burocratiche frenarono tali intenti. Nel frattempo si scelse l’artista che realizzò le statue della Madonna e di San Matteo, optando per un grande scultore di origine fiorentina: Antonio Berti. Quest’ultimo realizzò tali statue in brevissimo tempo, tanto che le stesse rimasero all’interno del peristilio del Tempio di Pomona , in attesa di essere poi posizionate sul monumento che dopo qualche anno venne realizzato su progetto e plastico, sempre del Prof. Berti all’inizio degli anni ’60 dello scorso secolo.
Con il nuovo Piano Regolatore Generale del Comune , redatto dagli Architetto Plinio Marconi , Alfredo Scalpelli e l’Ing. Antonio Marano del 1958 , s’ipotizzò la progettazione di una grande piazza sul mare: Piazza della Concordia. Questo senz’altro risulta essere un passaggio importantissimo per la prosecuzione e l’individuazione del luogo dove erigere il sacro monumento. Si decise difatti di realizzarlo proprio nella nuova piazza. Il Contratto di Appalto avvenne il 18 maggio del 1961, con l’affidamento dei lavori alla Ditta edile Fasano mentre la Direzione tecnica fu affidata all’Ing. Aniello Amendola dell’Ufficio Tecnico Municipale e a Monsignor Giuseppe Bergamo. L’opera alta 19,27 metri, ha una forma di stella marina con, come basamento, gradinate in travertino composte da 5 gradini e una ulteriore gradinata da sei che raggiunge l’altare sottostante la statua bassorilievo in stile michelangiolesco di San Matteo che ha in mano il Vangelo e lo sguardo rivolto verso l’alto, in direzione della Madonna.
A conclusione dei primi 5 gradini è posta la grande vasca con un gioco di zampilli d’acqua e fontane a parete poste in corrispondenza un grosso dado di marmo dal quale parte una colonna che con la sua base e il capitello dorico , risulta essere alta di 7,50 metri. La statua della Madonna, in bronzo dorato a fuoco, rivolta verso la città, con gli abiti mossi dal vento del mare , sembra quasi benedirla, è alta 2,80 metri , mentre quella di San Matteo, sempre in bronzo , è di metri 1,55. L’inaugurazione del monumento si tenne il 17 febbraio del 1963, un giorno domenicale piovoso e freddo: dopo la Santa Messa svoltasi nel Duomo, si organizzò una processione che si concluse in Piazza della Concordia alla presenza di tutte le autorità civili e religiose tra cui il Sindaco Alfonso Menna e lo stesso Monsignor Demetrio Moscato che impose la solenne benedizione al nuovo importante monumento religioso. Due giorni dopo l’inaugurazione, il quotidiano “ Il Mattino” dedicò, in Cronaca di Salerno, una pagina sull’avvenimento con allegati (sezione “emeroteca” della Biblioteca Provinciale di Salerno) una foto della benedizione e un’altra del sacro monumento di notte, tutto illuminato!
A distanza di un trentennio la struttura venne alterata, nella sua parte sud , cancellando due punte della sua sagoma a stella, per consentire il passaggio auto veicolare verso i nuovi parcheggi. Ma devo constatare che l’intera struttura , soprattutto negli ultimi anni, è caduta quasi nell’abbandono , nel più totale dimenticatoio di noi stessi salernitani che da bimbi giocavamo rincorrendoci attorno alla grande fontana… Di quest’ultima è rimasto ben poco , gli zampilli non sono più funzionanti come un tempo, l’acqua che sgorgava dalle pareti del piedistallo non c’è più. Davvero indegna la visione dell’altare, tutta imbrattata da scritte, luogo maleodorante e ricettacolo d’immondizia, persino le incisioni commemorative posizionate ai suoi lati , una che ricorda la statua della Madonnina di Fatina giunta a Salerno l’8 agosto del 1959 e l’altra che commemora il primo millenario della traslazione delle spoglie di San Matteo in Salerno , sono quasi scomparse e poco leggibili, i gradini avrebbero bisogno di un restauro generale come anche le stesse statue bronzee. Le luci che la illuminavano sono da tempo spente.
Vorrei, in conclusione, riproporre una parte dell’articolo sopracitato , in particolare dove si descrive il monumento: “ …..ora il monumento è là , lanciato nel cielo , a segnare il punto di incontro fra la vecchia e la giovane città , fra le antiche case aggrumate sotto il Castello di Arechi all’ombra del campanile normanno, ed i nuovi quartieri, nei quali son sorte, intonacate alle moderne architetture, altre case di preghiera, altre chiese per il culto di una Fede che è innata nei nostri concittadini. E’ là il monumento , illuminato a sera da tante luci , che rendono ancora maggiore la suggestione nuova creata della sua presenza in un << ambiente >> finora povero e spoglio, arricchitosi così improvvisamente, di un vero gioiello.”
Daniele Magliano
Fotografia a cura di Daniele Magliano: Madonna dell’Immacolata in bronzo dorato a fuoco.
