Da Parigi a New York, il futuro della Terra

Abbandonare gli egoismi per una civiltà sostenibile

Prima l’ammonizione del premio Oscar Leonardo Di Caprio in merito alla responsabilità di non coprirci di disonore verso le generazioni future. Subito dopo, la sequenza di firme dei Grandi della Terra riuniti nel Palazzo di Vetro dell’ONU a New York il 22 aprile. Simbolicamente, è stato scelto lo stesso giorno dell’Earth Day: “La Giornata mondiale della Terra” che è la principale protagonista di quanto si cerca di fare per mantenerla in buona salute, a vantaggio di tutti.
Solenne è stata dichiarata la cerimonia di sottoscrizione dell’Accordo di Parigi concluso già da quattro mesi al termine della ventunesima Conferenza sui Mutamenti Climatici, cosiddetta COP21.

In sintesi, cosa prevedono gli accordi?

L’articolo 2 fissa l’obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura del riscaldamento globale al disotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali.

L’articolo 3 prevede riduzioni nelle emissioni di gas serra. In altre parti dell’accordo si impegnano i firmatari a preparare, comunicare e mantenere a livello nazionale quanto stabilito, con verifiche e revisioni regolari a partire dal 2023 e dopo, con ulteriori cicli quinquennali. Interessante paragrafo quello che chiede ai paesi sviluppati di fornire risorse finanziarie a quelli in via di sviluppo per 100 miliardi di dollari l’anno da ora al 2020, per aiutare al raggiungimento degli obiettivi.

I 175 paesi che hanno ratificato il documento hanno incassato le felicitazioni del segretario Onu Ban Ki-moon che si è spinto a definire “Momento storico” l’evento, non a caso in quanto alla cerimonia erano presenti, in particolare, due tra le delegazioni maggiormente attese, quella della Cina e quella degli Stati Uniti, le nazioni responsabili della maggior parte delle emissioni di gas ad effetto serra a livello mondiale.

L’immagine del segretario di Stato americano John Kerry con in braccio la nipotina ha fatto il giro del mondo ed è servita più di qualunque discorso a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di pensare al futuro delle nuove generazioni e del pianeta in generale.

Tutto bene quindi? Non proprio.

Da una parte si professa ottimismo come sottolinea anche la ministra per l’Ambiente francese Ségolène Royal, all’avvio dei lavori: “Mai un accordo internazionale è stato firmato da molti paesi in un giorno”, ha detto. Ma anche molti dei capi di Stato presenti non si nascondono le difficoltà di far tradurre dai propri governi gli intenti in azioni concrete e soprattutto rapide. Lo stesso Hollande ha dichiarato che non ci si possa adagiare sugli allori perché l’emergenza climatica resta immutata.
Per questo, il capo dell’Eliseo ha fatto sapere che chiederà al Parlamento francese di approvare l’accordo prima dell’estate, chiedendo ai leader dell’Ue di “fare da esempio”.
Per le associazioni ambientaliste lo scenario presenta luci ed ombre. Assieme alla soddisfazione per l’impegno preso dai leader esprimono preoccupazioni per l’attuazione.

“La ratifica dell’accordo è il presupposto che può essere decisivo per cambiare le politiche ambientali, ma per contrastare il ‘global warming’ c’è bisogno di un’azione incisiva e rapida, ha commentato il Wwf. Mentre la firma dell’accordo di Parigi entra nella storia come un passo importante negli sforzi climatici globali, – si legge in una nota che riporta dati poco confortanti – anche le temperature planetarie e gli impatti climatici stanno scrivendo un pezzo di storia del Pianeta.
Il mese scorso si è registrato il marzo più caldo che mai, dopo 11 mesi consecutivi di temperature record. Una delle peggiori siccità ha colpito l’Africa orientale e meridionale, il 93% della Grande Barriera Corallina è stato colpito dallo sbiancamento dei coralli e la calotta glaciale della Groenlandia sta affrontando una stagione anticipata di fusione dei ghiacci, con temperature record che hanno sfiorato i 20°C sopra la media”.

Un quadro che basta, da solo, a spiegare l’urgenza di trasformare, da parte di tutto il mondo, i buoni intenti in azioni.
Evitiamo di ballare inconsapevolmente sul ponte del Titanic al suono dell’orchestrina.

Vincenzo Iommazzo

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